Fumetti dal sottoscala: rejected/accepted

Fumetti dal sottoscala: rejected/accepted

Fumetti dal sottoscala: rejected/accepted

Seconda metà degli anni settanta. Lanciostory e Skorpio scoprono il fumetto argentino ed è un successo immediato. I fumetti sono belli, ben disegnati, innovativi e – molto probabilmente – vengono via a un prezzo competitivo rispetto alla produzione autoctona. Gli altri settimanali che si rivolgono allo stesso pubblico corrono ai ripari. Il mercato argentino è in mano ai primi due magazine quindi si ricorre a imitazioni e a qualche disegnatore spagnolo. Le redazioni cercano mani che facciano (o simulino) lo stesso genere. Noi pieni di belle speranze e voglia di fare ci buttiamo subito. Prepariamo tavole di prova e andiamo a visitare (allora si andava di persona), lasciamo le prove a Universo (Intrepido, Monello, Albo), CorrierBoy, Adam, Full. Nessuno vuole le nostre tavole o la nostra collaborazione. Le motivazioni sono le solite, ben conosciute: “Abbiamo tirato i remi in barca”, “adesso non è il momento”, “volevamo qualcosa di diverso”, “non è quello che cerchiamo”, ecc.

Che fare? Perdersi d’animo? Per niente! In Italia in quegli anni ci sono le “Agenzie” (come venivano comunemente chiamate), più semplicemente agenti o mediatori che riforniscono le case editrici, quelle  producono molto, storie bell’e pronte e confezionate. Ci andiamo. Tutte e quattro quelle che contattiamo ci accettano e  usciamo con sceneggiature da disegnare. A questo punto siamo soddisfatti? Affatto! Non ci avete voluto direttamente. Dobbiamo accettare la decurtazione? Benissimo. Avrete anche una decurtazione della qualità. Via via che il lavoro prosegue siamo sempre più veloci. Ormai la media è un episodio al giorno. Per tanto che siamo bravi – lo siamo – una storia in un giorno di 8/12 tavole a 7/9 vignette è una bella sfida. Ma vanno sempre bene, anzi, il lavoro aumenta in modo esponenziale tanto che siamo costretti a cercarci aiuti. Aiuti non cercati tra  gli emergenti. No, ci facciamo aiutare da fior di professionisti che già disegnano per prestigiose case editrici su personaggi di successo e forti vendite. Anche loro, abili, vanno via veloci e qualche foglio da centomila in più non fa schifo.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che l’Agenzia avesse un senso perché curava e selezionava i  lavori. Sbagliato. Prendevano in blocco e rivendevano senza mai controllare né accorgersi di quello che inserivamo tra una vignetta e l’altra. E le porcate o le provocazioni sono molte.

Tutto quello scritto è frutto di fantasia, pura invenzione. (va bene così, avvocato?)

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