Fumettaro mestiere da fame ?
… e non è che per chi viene pagato a tavola le cose vadano molto meglio.
The child that read will be an adult that thinks
Principessa Zaffiro omaggio a…
Questi fumetti giapponesi (che ancora non si chiamavano manga) erano di una “palla” totale. Affrancati da legami coi cartoni (visto che nessuno ce li aveva fatti vedere) abbiamo realizzato (Malagutti, Truscia, Messora) storie più divertenti degli originali nipponici.
Qui cannibalizzando testi da un LP di un famoso cantautore.
Dear Editor friend,
Once again, I want to thank you for your die-hard corporate spirit. Thanks for turning down all the scripts presented to you (without even giving them a look).
I figure that it was not of your own initiative, though I strongly suspect that some kind of favoritism played the upper hand. But as they say: “go where the heart takes you.”
Thanks just the same. I was able to present each of these scripts to higher (economic) levels that metaphorically made my agency’s cash register snap.
It’s not what you want is it? On the contrary.
With mutual (and scarce) esteem, a big thanks from the bottom of my heart,
the ESSEGESSE family, art by Manlio Truscia
EsseGesse
Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon & Pietro Sartor
(1925 – 1989, 4 January 1926 – 3 May 2000, 1926 – 1989)
EsseGesse is the collective signature of three Italian artists, Giovanni Sinchetto (Esse), Dario Guzzon (G.) and Pietro Sartoris (Esse), who have built up a collective oeuvre during several decades. Giovanni Sinchetto began his career in 1943 with ‘Fulmine Mascherato’, a comic published by Della Casa. Pietro Sartoris and Dario Guzzon both debuted at the publishing houses Taurina and Alpe.
After these individual projects, the three decided to form a team. For publisher Torelli, they created the character ‘Kinowa’, together with scenario writer Lavezzolo, in 1950. ‘Kinowa’ was soon followed by creations like ‘Capitan Miki’ (1951) and ‘Il Grande Blek’ (1954) at Araldo.
In 1965, they created, ‘Alan Mistero’ (known in France as ‘Ombrax’) and ‘Il Comandante Mark’ (‘Cap’tain Swing’). After the death of his two companions, Dario Guzzon continued ‘Il Comandante Mark’ together with the female illustrator Lina Buffolente until 1999.
Who are Tippo and Tappo ?
The many italian names of Tif and Tondu
Tippo e Tappo contro Sciok
Testata: Leondoro
dal n. 1 al n. 6 del 1964
Edizioni Imperia
Tappo e Rapozzi – A tutto gas
Testata: Lo Sport Illustrato Junior
dal n. 1 al n. 12 del 1962/63
Fan e Tomà contro Mister Ypsilon
Testata: Il Giornalino
dal n.10 al n.16 del 1969
Periodici San Paolo
Tif e Tondù – Il signor Choc
Testata: Il Messaggero dei Ragazzi
dal n. 9 al n. 18 del 1966
Comics Vintage ADV Batman Nembo Kid
Il Superalbo Nembo Kid si affianca nel 1960 agli Albi del Falco e dal n°62 la testata diventa Batman Nembo Kid.
Testata: Superalbo Batman Nembo Kid
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
Paese: Italia
Anno. 1960
Nembo Kid was one of the names of Superman from 1946 to 1966. The first name was Ciclone, l’uomo d’acciaio (Cyclone, the Man of Steel) in Albi della Audacia (1939). Subsequently, Ciclone, l’Uomo fenomeno (Cyclone, The Man Phenomenon) in L’ Audace (1940).
After 1966 he became Superman Nembo Kid and finally from 1967: Superman, in his own comic.
Born today Filiberto Scarpelli first italian cartoonist
Filiberto Scarpelli (Napoli, 29 giugno 1870 – Roma, 20 agosto 1933)
Fratello più giovane di Tancredi Scarpelli, sarà giornalista, disegnatore satirico, illustratore serio e faceto, scrittore umoristico, artista d’avanguardia. Con Carlo Montani, Marchetti, Tolomei e Yambo nel febbraio del 1900 dà vita a Il Travaso delle idee, giornale satirico ispirato al foglio omonimo di un filosofo da strada, Tito Livio Cianchettini, e al suo motto “Accidenti ai capezzatori”, che viene citato nella testata della nuova rivista satirica. Scarpelli lo dirigerà dal 1925 al 1928.
Lavora tra l’altro per Numero, Pasquino, Il Popolo d’Italia, La domenica dei fanciulli, il Giornalino della domenica (dove trasferisce metaforicamente nell’infanzia che rappresenta sulla testata di Vamba l’irruenza, l’istintività e il gusto per la trasgressione che sono le sue caratteristiche vitali) e il Corriere dei Piccoli. Sulle pagine di quest’ultima testata, a parte le numerose illustrazioni e alcuni testi, creerà tra l’altro nel 1917 la serie di Pertichino e sor Costanzo.
Passerà alla storia dell’arte la sua partecipazione al Movimento futurista (notevole una stilizzatissima caricatura “futurista” dell’amico Aldo Palazzeschi) e, in particolare, a una celebre “Serata futurista” al Teatro Verdi di Firenze, consistita in due ore di urla, fischi, tiro di uova, pesce, pastasciutta, frutta, ortaggi e lampadine all’indirizzo di Marinetti, Papini, Boccioni, Carrà, Soffici, Cangiullo, Tavolato, Palazzeschi, della poetessa Amalia Guglielminetti e, appunto, di Scarpelli. Marinetti viene ferito a un occhio da una patata, Scarpelli al naso da una lampadina, mentre Cangiullo risponde agli attacchi rilanciando i proiettili vegetali sul pubblico, finché intervennero le forze dell’ordine e lo spettacolo finisce, senza che nessuno sia riuscito a far udire una parola del discorso preparato.
Scarpelli scrive tanto, illustra tanto, ironizza tantissimo. Tra i suoi libri: “Guerra senza sangue: tedescume domestico, merce tedesca a buon mercato, sfruttamento tedesco di opere altrui” (Bemporad, Firenze 1916, con disegni), “Il Paese dell’allegria” (Sonzogno, Milano 1925, con disegni e tavole), “Tito Livio Cianchettini e le sue memorie metafisiche e materiali” (APE, Roma 1926), “Giornalismo allegro” (Sonzogno, Milano 1932).
Fra le altre cose, ancora, lavora come illustratore – serio o umoristico – per gli editori Bemporad, Giunti, Grotta-Giusti, Ostiglia Mondatori, Marzocco. Per quest’ultimo illustra le famose “Pìstole di Omero”, di Ermenegildo Pistelli, collega sulle pagine del Giornalino della domenica.
Muore in circostanze tragiche, ucciso da due colpi di rivoltella durante un diverbio, a Roma (Italia) il 20 agosto 1933.
Cinque anni più tardi appare “Un uomo in un fosso” (“vaniloquio senza capo né coda”, ed. Arte e storia, Milano 1938), pubblicazione postuma di suoi scritti molto intensi e intimi, con alcuni disegni inediti; la copertina e un suo ritratto sono del figlio Furio.
Filiberto Scarpelli. “Giornalismo allegro”. Sonzogno, Milano 1932, con 97 illustrazioni e caricature.
Filiberto Scarpelli. “Un uomo in un fosso”. Edizioni Arte e storia, Milano 1938.
Capitan Walter, albetto spillato uscito nel 1952 per le edizioni AVE. Forse pochi lo ricordano ma i 227 fascicoli pubblicati fino al 1957 sono un interessante pezzo di storia italiana. Non solo del fumetto, pure della vita sociale, del comune sentire, delle aspirazioni di quei ragazzi di allora. Le firme degli autori sono quelle che hanno fatto il fumetto anni 50 e 60. E nonostante si senta la forte influenza dei comics e della cultura americana sono meno provinciali, meno schiacciati sul genere dominante. Talenti provenienti dal fratello maggiore Il Vittorioso. Storie a volte – non sempre – un poco ingenue intrise di buoni sentimenti e speranza per il futuro, Quella speranza che ha permesso alla disastrata Italia di uscire dalle rovine della guerra e conquistarsi un posto di prestigio nel mondo. Una speranza che oggi manca e che forse leggendo Capitan Walter potrebbe stimolare qualcuno ad essere meno fatalista e pessimista. Artisti anonimi (allora) più interessati a creare un buon prodotto che alle sterili passerelle dove tutti vengono chiamati maestri.