from Mantua to Miami

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Trovare in una biblioteca pubblica di Los Angeles un libro che cita un nostro lavoro (che poca risonanza ha avuto pure nella sua città) è sempre una soddisfazione. Il nostro fumetto,  Amanti a Mantova,  narra del ritrovamento degli scheletri abbracciati, di due amanti. Troviamo una recensione nel libro The Bioarchaeology of Socio-Sexual Lives: Queering Common Sense About Sex, Gender, and Sexuality di Pamela L. Geller pubblicato da  University of Miami. Un piccola soddisfazione.

Monica

Maigret in Comics Daily Herald

Maigret in Comics Daily Herald

Maigret, pagine scritte da Peter Grey e disegnato da Kenneth Inns per il quotidiano inglese Daily Herald. Questa storia è l’adattamento a fumetti del romanzo La testa di un uomo (L’homme de la tour eiffel ) di Georges Simenon, 1931. Inizio pubblicazione 16 Ottobre 1961. Data di chiusura sconosciuta. Non avendo trovato altre storie dovrebbe essere un tentativo che non ha goduto di molta fortuna.

Fumetti Italiani Vintage: Poncho

Fumetti Italiani Vintage: Poncho

Testata: Poncho

Anno: 1963 – 1967

Editore: Editrice Artistampa

Mensile

Bianco e nero

Albi: 6 numeri divisi in due serie. Numerazione non progressiva.

Personaggi: Poncho,  Tom Saltello, Pablo, Sfrizzolo, Rodicchio, Gaetano e Coccolo, Joe Felix, Tapioka, Acchiappaleoni, Plik e Plok, Orsettino e Billa.

Quella mattina a Los Angeles quando…

Quella mattina a Los Angeles quando…

 

Questa, come molte altre, sono conversazioni sulle esperienze passate di zio J. raccolte in un periodo particolare.

– Dunque era il 1978?

– Sì, doveri controllare tar le cose a casa, ma sono quasi sicuro che l’anno fosse quello.

– Beh, non è importante la data. Cosa facevi a Los Angeles?

– Una specie di vacanza, un amico emigrato voleva consegnare cose personali per la famiglia ma aveva chiesto che qualcuno andasse da lui. Non era Los Angeles città ma il distretto, io stavo a Burbank.

– Come sai meglio di me il distretto e la città di Los Angeles sono enormi per cui ogni giorno  riuscivo a vedere una sola cosa. C’erano musei interessanti, e poi gli studios, e tutte quelle cose per turisti. magari pacchiane ma non ti ci puoi sottrarre. Spesso il nostro ospite ci accompagnava qua e la.

Devi sapere che era abbastanza anziano (oddio forse l’età che ho oggi io), era in pensione da non ricordo quale lavoro e per arrotondare (credo che lo facesse anche prima nei week end) faceva l’agente immobiliare. Credo mostrasse case ai possibili acquirenti.

– E questo ti ha portato…

– Sì, una mattina mentre andavamo, forse a San diego o a Disneyland, o chissà dove, si fermo presso l’agenzia con cui collaborava. Sempre curioso della vita americana lo accompagnai.

– Lui sbrigo con la responsabile (credo) alcune cosette. Stavo poco attento e oltretutto non è che capissi tutto del loro inglese. Comunque mentre stavo li a guardarmi in giro entro un uomo, un tipo alto ben piazzato (un cliente?). Saluto e venne ricambiato con calore. Pochi attimi dopo finite le faccienduole il nostro amico si rivolse al nuovo arrivato. Saluti, scambi di cortesie ecc.

L’uomo (misterioso) si rivolse verso di me, forse pensando fossi un cliente.

A questo punto il mio amico mi presentò. Per la verità capii poco del nome, ando caaeno, forse.

– Vero, difficile afferrare specie se il nome non è semplice e  anglosassone.

– In ogni caso il tipo mi chiese alcune cose, mi disse ( con l’aiuto dell’ amico che benevolmente traduceva e spiegava) che aveva ascendenze italiane. Parlava anche discretamente italiano seppure aveva qualche difficoltà a usare termini appropriati.

Dopo il breve colloquio. Usciamo. saliamo in auto e partiamo verso la nostra destinazione (qualunque fosse).

– Deve essere accaduto qualcosa di particolare visto che la racconti.

– Brava! In auto vedo che il mio amico sorride sornione, mezze frasi. Peccato che non avesse il mantello…

chissà se il cavallo lo aveva parcheggiato vicino… ecc

-Riferito a chi?

– Al tipo incontrato in agenzia. Dopo un po di benevole sfottimento, chiedo: ma chi era allora quel tale? Forse un attore, una comparsa visto che a Los Angeles non è difficile incontrarne.

Ma proprio non l’hai riconosciuto?

– No, rispondo. Dovevo?

– Certo! Perchè hai conosciuto Armando Catalano.

Chi? faccio io ma nel dirlo qualche neurone cominciava ad agitarsi nel cervello fino a che…

Guy Williams ?

Esatto! mi risponde.

– Accidenti!  Avevo conosciuto e parlato con Zorro. Un eroe della mia infanzia. E non lo avevo riconosciuto.

– Un bel ricordo, no?

– Certo! ma ancora oggi, io che mi sono sempre vantato di non dimenticare un volto, quando ci penso mi frustro.

– In quel periodo avvennero altre cose interessanti?

– Parecchie. la famiglia del mio amico, forse a Los Angeles è normale, avevano tutti a che fare col cinema, la Disney,  case di produzione, ecc. Ma la cosa più curiosa fu quando, scritte le cartoline di rito per gli amici a casa, andammo all’ufficio postale per imbucarle e…

– e…?

– L’ufficio (una palazzina) che era li fino a qualche giorno prima era sparita!

– Come sparita? Demolita?

-No , c’era uno spiazzo ma l’edificio no.

Ma questa è un’altra storia.

Fumetti Italiani Vintage: Amok

Fumetti Italiani Vintage: Amok

Amok fu creato nel 1946 da Cesare Solini sotto l’anglofono nom de plume di Phil Anderson e per i disegni di Antonio Canale anche lui con nome finto inglese Tony Chan. In seguito vi mettono mano anche Franco Baglioni ai testi e Franco Donatelli ai disegni. Il personaggio, Amok è un giovane giavanese che si tramuta in  giustiziere mascherato a causa del rapimento della fidanzata Nikita. Nelle sue imprese è spesso accompagnato da Bill Davison, un giornalista-detective statunitense, e da un felino ammaestrato.

Nonostante la bravura dei suoi creatori, che mescolano abilmente l’originale ambientazione esotica agli intrighi polizieschi, Amok non conosce il giusto successo di pubblico che meriterebbe e questo è forse da imputare all’elevato costo dell’albo 25 lire (contro le 5 di Gim Toro altro personaggio culto dell’epoca. Non bisogna scordare che siamo alla fine del secondo conflitto e soldi ne girano davvero pochi, pur in grande formato la spesa risulta eccessiva per i ragazzini dell’epoca. Così la serie si interrompe dopo una trentina di albi, nel dicembre 1948.

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