Xtina Happy B’day Roberto Magnus Raviola
Se c’è un principe della sagoma nera nella storia dei fumetti, se c’è un campione della sintesi di linguaggio iconico a strisce, se c’è un maestro capace di fondere insieme la brutale essenzialità del bianco nero con la poesia evocativa del racconto, se c’è, o meglio c’era, un disegnatore siffatto allora non può che chiamarsi Roberto Raviola, detto Magnus. I vecchi disegnatori che l’hanno conosciuto e che gli sono stati contemporanei, ma soprattutto che hanno interagito con la sua intensa vita produttiva ci raccontano quale è stata la logica genesi di un liguaggio artistico, di una grammatica che ha fatto anche proseliti, praticamente la fretta. La necessità produttiva, il tempo sempre più stretto spesso ha portato molti stanchi disegnatori a cedere buona parte della propria capacità, sacrificando la qualità e avvicinandoli molto al rischio del graffito, cioè del segno che va oltre lo sporco, che si perde nel mare della mancanza di senso. Per un raffinato artista come Magnus le maglie strette di tale necessità non lo hanno sconfitto ma sono state pretesto per la virtù di un salto di qualità espressivo. Siamo nel periodo arcaico ma il termine non appaia come una diminutio rispetto al più popolare e ufficialmente riconosciuto magnus classico, rispetto al quale ritroviamo la piena maturità del controllo della forma plastica e privo della successiva espansione manieristica.
Il percorso di eliminazione del superfluo, sia attraverso l’abilità del taglio e della zoomata sul focus dinamico della scena, sia con la sistematizzazione espressiva dei dati naturalistici e perfino anatomici ( una per tutte la geniale semplificazione dell’allineamento falangeo), ha trovato il felice traguardo stilemico nel l’invenzione della “sagoma magnusiana”. E’ stilema e dato di linguaggio perché non rientra nella casualità contingenziale dei controluce e degli abbagli ambientali ma archetipo di struttura narrativa.
Magnus, Roberto Raviola (31 May 1939 – 5 February 1996, Italy)
Roberto Raviola, best known as Magnus, was a non-conformist comics author, who is best known for his “fumetti neri” (comics noir). After working as an illustrator for a while, he started his comic career in 1964. He used the pseudonym Magnus, self-ironically derived from the Latin expression ‘Magnus Pictor Fecit’ (“A Great Painter Did It”). He teamed up with writer Luciano Secchi (Max Bunker), with whom he launched successful series like ‘Kriminal’ (1964-71), ‘Satanik’ (1964-70), ‘Dennis Cobb Agente Secrete SSO 18’ (1965-67) and ‘Alan Ford’ (1969-75, 1986) and ‘Gesebel’ (1966), published in pocket comics by Corno. The duo Magnus-Bunker aditionally pruduced ‘Maxmagnus’ for Eureka magazine between 1968 and 1970.
In 1975, Magnus started the series ‘Lo Sconosciuto’, which was published in magazines like Strisce e Musica and Orient-Express. In 1977 he published ‘La Compagnia della Forca’, a midieval fantasy saga with Giovanni Romanini. Afterwards, he started the long saga ‘I Briganti’, based on a Chinese novel. He additionally created ‘Milady 3000’ in 1980 and returned to the pocket genre with the grotesque and excessive pornographic comic ‘Necron’.
Magnus’s work has also been introduced in France through the magazines Métal Hurlant and L’Écho des Savanes and publishers like Albin Michel and Magic Strip. In L’Écho des Savanes, he began the erotic graphic novel ‘Les 110 Pilules’, which was previously published in Totem in Italy (‘Le 110 Pillole’) and then continued by Georges Pichard. In 1988, Magnus did art and story of ‘Le Femmine Incantate’, inspired by/taken from chinese novels for Dolce Vita.