Mary Perkins/on Stage è stata pubblicata per anni in Italia sulle pagine del quotidiano Il Giorno. Forse pochi ricordano che il nome della protagonista – e di conseguenza della strip – fu mutato in Mary Atkins. L’unica spiegazione si può cercare con la paralella presenza della strip Perkins di John Miles pubblicata sulla stessa pagina di comics.
… whoever has read the comics of Mary Atkins (1) published on “Il Giorno,” will note how the drawings are laid out through varied frame solutions with a highly technical assembly (the artist belongs to the great Alex Raymond school) with very unusual and daring angles and perspectives inspired by cinematographic language, contrasts (frame after frame) with views from a distance, from above, to settings in which the “lens” (ideally speaking) focuses on the characters through the gap of another character’s arms, drawn in a foreground close-up etc.
(1) The name of the protagonist – and consequently the strip, was changed to Mary Atkins. The only explanation can be found in the parallel presence of the strip Perkins by John Miles published on the same comics page
Il nome dato al Marsupilami dal Corriere dei Piccoli nel 1964.
Marsupilami è un personaggio immaginario ideato da André Franquin nel 1952. Ha esordito in una storia pubblicata sulla rivista Spirou, come comprimario della serie Spirou et Fantasio, come animale domestico dei personaggi principali; l’ultima apparizione del personaggio nella serie risale al 1970.
Eravamo alla fine degli anni settanta internet era solo nella mente di Tim Bermes-Lee e Robert Caillau, il fax sarebbe arrivato qualche anno dopo comunicare informazioni grafiche a distanza era per niente facile. Per il nostro episodio, l’uomo della televisione che doveva uscire nella collana “un uomo un’avventura”, per il ruolo di villain pensavo a una vera e bella faccia da cattivo. Un attore che compariva spesso nei telefilm di produzione statunitense ma come presentarlo a Sergio Zaniboni non conoscendone né il nome né ricordando in quali episodi fosse comparso. Sergio era però di una intuizione e professionalità che in un breve colloquio telefonico intuì di chi parlassimo. Onore alla sua maestria e pure della capacità di bucare il video di Anthony James. James nella sua carriera ha interpretato ogni genere di psicopatici, criminali brutali, viscidi e detestabili.
Come per ogni attore al quale la narrazione ha affibbiato un ruolo standardizzato si scopre che i “buoni” non sempre così buoni nella vita reale e i cattivi persone educate, sensibili e colte. Questo vale per Walter Long o Thomas F. Wilson e ancor più per Anthony James. Infatti ti capita di buttare un occhio ai volumi su una bancarella del lato destro della Senna dove spunta un volto conosciuto. Un testo autobiografico “Acting my face” di Anthony James (già il titolo dice tutto sull’intelligenza dell’uomo che sa che il suo volto era il personaggio) e scopri un animo sensibile, un poeta.
Nel nostro piccolo anche noi abbiamo celebrato il tessiragnatele. SuperGulp! Fumetti in TV è stato un programma televisivo dedicato al mondo dei fumetti trasmesso dalla RAI e creato da Guido De Maria e Giancarlo Governi, con le musiche di Franco Godi nel 1972. Alla ripresa del programma nel 1977 la Mondadori mandò in edicola un settimanale a fumetti con lo stesso titolo SuperGulp che riprendeva (in parte) i personaggi della trasmissione. Furono realizzati episodi dei maggiori supereroi dell’epoca, quali i Fantastici Quattro e L’Uomoragno. Qui uno degli episodi realizzati da Giancarlo Malagutti e Giorgio Montorio.
A seguito del nostro pezzullo su Principessa Zaffiro qualcuno ha ritenuto far notare che la versione italiana non era all’altezza del capolavoro (sigh!) giapponese. Ribadendo che, se secondo l ‘autrice del pezzo, la versione fatta in Italia è molto (molto) più divertente riprendiamo quello che dissero a proposito gli autori qualche annetto fa.
Domanda: Avete messo le mani anche sui fumetti giapponesi che allora cominciavano a invadere le TV.
Autori: Uno dei tanti lavori “alimentari” fatti senza conoscere nulla del cartone al quale il fumetto si affiancava
D: Come sarebbe?
A1: L’editore (qualsiasi editore all’epoca) acquistava i diritti sapendo che la RAI o una rete privata li avrebbe poi trasmessi. Così metteva in cantiere delle storie a fumetti per uscire in edicola in contemporanea. Le informazioni che ci passavano erano qualche scarsa immagine dalle brochure promozionali (se esistevano), nei casi più fortunati una videocassetta che non guardavamo (allora i videoregistratori costavano uno sproposito).
A2: Senza scordare di dire che erano ancora in lingua originale, il giapponese , non capivamo una mazza e l’editore ci dava pochissime indicazioni. Questo nella migliore delle ipotesi.
A1: Nella peggiore, solo una vaga descrizione detta a voce.
…….
D: Della principessa Zaffiro che ci dite?
A1: ricordiamo poco di cosa ci fu detto, probabilmente ci fornirono delle immagini visto che i personaggi sembrano graficamente corretti.
A2: Quello che non reggeva era il personaggio, noiosetto o noiosetta. Abbiamo sentito parlare di femminismo ante-litteram o coraggio ecc… A noi pareva che di coraggio ne avesse parecchio poco visto che rifiutava la sua natura femminile per fingersi maschio.
A1: Se avesse voluto difendere i suoi diritti doveva orgogliosamente rivendicare il suo essere donna.
Comunque è un cartone, poiché seguendo i testi del cartone…
A2: Ricordiamo anche che per molto tempo nell’ambiente si diceva che i giapponesi non avessero fumetti, che realizzassero solo animazione. E tutta fatta a computer.
D: Incredibile. Quindi iniziaste a scrivere e disegnare mini-avventure di Zaffiro.
AA: Già. come detto ci pareva un personaggio noiosetto mentre erano più interessanti i due “cattivi”. Per la verità solo Jeralamon. L’altro (Neelon) era una specie di spalla. Ne facemmo una coppia alla Laurel e Hardy. Come fece la Disney in Zorro 1957 con il Sergente Garcia e il Caporale Reyes. I cattivi si davano da fare, escogitavano, creavano. La principessina si limitava a cercare di schivare i colpi e, quando andava in difficoltà, ricorreva alle risoluzioni magiche di un (crediamo) angioletto che con la magia la traeva d’impaccio.
D: Un po come Bip-Bip e VilCoyote.
AA: Esatto, tutti tifano per il Coyote che è un vulcano di idee.