Lino Landolfi (un)forgotten comics artist

Lino Landolfi (un)forgotten comics artist

Two beautiful books recently reprinted. Thanks NPE editions.

Lino Landolfi (6 April 1925 – 11 February 1988, Italy) did several art studies in Rome, before he turned to creating comics in 1946. He started out making some comics for magazines like Il Corrierino (‘Zenzero’, ‘Ali Cali’) and Il Giornalino (‘Ticco e Cicca’). In 1947 he began a collaboration with Il Vittorioso magazine. There he made comic adaptations of work by Alphonse Daudet (‘Tartarino di Tarascona’), Giulo Cesare Croce (‘Bertoldo’) and Mark Twain (‘Uno Yankee alla Corte di Re Artù’), followed by the series ‘Joe’ (1951) and ‘Procopio di Torrecupa’ (1952-68).

In addition, Landolfi was present in Il Messaggero dei Ragazzi (‘La Famiglia Bertolini’, 1962-70) and Vitt (‘Don Chisciotte’, 1968). In 1969, he returned to the pages of Il Giornalino, initially with Jonathan Swift and Gilbert Keith Chesterton adaptations (‘I Viaggi di Gulliver’, ‘Padre Brown’) and then with a series of humorous comics. After some new episodes of ‘Procopio’, he made ‘Il Colonnello Caster’Bum’ and the comical western ‘Piccolo Dente’, which he continued until his death in 1988.

Courtesy: Lambiek.net

Procopio had an animation edition, see Dictionary Comics / Film

Lino Landolfi (Roma, 06.04.1925 – Roma, 05.02.1988), guardia palatina d’onore a Città del Vaticano, si avvicina al mondo del fumetto poco più che ventenne, a seguito dei suoi studi di pittura e scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, collaborando dapprima con «Il Corriere dei piccoli» a partire dagli anni Quaranta con il personaggio di Zenzero, e nel 1946 con «Il Giornalino» (e le storie di Ticco Cicca L’ineffabile Gyn).

Nel 1947 entra nella redazione de «Il Vittorioso» e nel 1951 crea il suo personaggio più longevo, il poliziotto Procopio di Torrecupa, con il quale vince il premio radiofonico Un amico che vale un tesoro. Landolfi continuerà a produrre le avventure di Procopio fino al 1968, per il totale di un’impressionante quantità di tavole (circa 40.000 vignette).

Contemporaneamente, a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, disegna la serie La famiglia Bertolini per «Il Messaggero dei Ragazzi», raccolta poi in un unico volume dalle Edizioni Paoline; pubblica quattro libri di narrativa (Procopio di Torrecupa e Sigmund l’eroe vichingo con Casa Editrice Piccoli Milano, Operazione Arrembaggio e Maturità 44 con Paravia); realizza la versione a fumetti di alcuni classici della letteratura, come Tartarino di Tarascona di Alphonse Daudet, Bertoldo di Giulio Cesare Croce, Un americano alla corte di Re Artù di Mark Twain e infine Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes (entrambi ristampati da Edizioni NPE).

Sempre per «Il Giornalino», realizza poi la trasposizione a fumetti del classico di Jonathan Swift I viaggi di Gulliver e I racconti di Padre Brown, le avventure di un prete detective tratte dall’opera di Gilbert Keith Chesterton.

Nel 1970, su testi di Claudio Nizzi, è la volta della serie Il colonnello Caster’Bum, colonnello pasticcione che cerca invano di fare guerra alla immaginaria tribù indiana degli Assaibonis: da questa serie, nel 1977, nascerà quella incentrata sul personaggio di Piccolo Dente, figlio del capo degli Assaibonis, con il quale Landolfi vince il premio Yellow Kid nel 1973.

Nel 2010, la ristampa del suo Don Chisciotte a fumetti (Edizioni NPE) vince il Premio Micheluzzi al Napoli Comicon come migliore riedizione di un classico.

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